In
arte KreativExperience.
Francesca Manna nasce il 4 aprile del 1984.
Fin da bambina s'interessa al teatro e già dai primi anni anni di liceo inizia a formarsi come attrice realizzando piccole produzioni teatrali.
Ma l'amore per il palcoscenico continua negli anni e la passione si trasforma in una vera e propria fonte di guadagno.
Nel corso del tempo non trascura l'interesse verso altre forme artistiche quali la musica, la pittura, la fotografia e l'organizzazione eventi pur avvicinandosi maggiormente all'area video e realizzando dei cortometraggi di cui ne firma soggetto e regia.
Conduce presso una scuola privata dei laboratori teatrali per bambini e nel contempo s'iscrive e si laurea nel 2007 nella facoltà di Filosofia e Scienze della Comunicazione e della Conoscenza presso l'Università della Calabria con una tesi sperimentale sulla comunicazione non verbale.
Nel corso della sua formazione integra alla passione per l'arte lo studio delle nuove tecnologie e dei nuovi media indirizzando il suo lavoro verso la produzione audiovisiva e specializzandosi a Roma, con un Master in Comunicazione multimediale, in Project Manager.
Rientrata in Calabria continua a lavorare nel campo audiovisivo realizzando nel 2008, per la Casa Cinematografica Falco Produzioni, un backstage del film per il cinema "Vorrei Vederti ballare" (con attori dal calibro nazionale come Giuliana De Sio, Gianmarco Tognazzi, etc..) scelto e selezionato tra i video finalisti dell'importante festival nazionale di backstage (Cesena Film Festival).
Sempre nel 2008 lavora come regista nella web Tv Idea dove produrrà per due anni servizi televisivi, trasmissioni e anche due Servizi Speciali di cronaca che sono stati scelti e mandati in onda dal canale Current Tv.
La pratica pittorica non viene mai messa da parte e rappresenta un momento di relax che offre pause d'evasione e di ricerca.
Il teatro la porta a calcare il palcoscenico del Quirino di Roma per ben due volte ma questo non la limita alla sola produzione teatrale infatti ama e mantiene l'interesse verso tutta le forme artistiche che cerca di declinare nel tempo e proprio per questo pensa e crea il festival artistico NonfermArti attualmente attivo con tre edizioni e un grande successo raccontato dalla cronaca locale.
Una mente vulcanica in continua produzione artistica "perché d'altronde fermarsi?"
Francesca Manna nasce il 4 aprile del 1984.
Fin da bambina s'interessa al teatro e già dai primi anni anni di liceo inizia a formarsi come attrice realizzando piccole produzioni teatrali.
Ma l'amore per il palcoscenico continua negli anni e la passione si trasforma in una vera e propria fonte di guadagno.
Nel corso del tempo non trascura l'interesse verso altre forme artistiche quali la musica, la pittura, la fotografia e l'organizzazione eventi pur avvicinandosi maggiormente all'area video e realizzando dei cortometraggi di cui ne firma soggetto e regia.
Conduce presso una scuola privata dei laboratori teatrali per bambini e nel contempo s'iscrive e si laurea nel 2007 nella facoltà di Filosofia e Scienze della Comunicazione e della Conoscenza presso l'Università della Calabria con una tesi sperimentale sulla comunicazione non verbale.
Nel corso della sua formazione integra alla passione per l'arte lo studio delle nuove tecnologie e dei nuovi media indirizzando il suo lavoro verso la produzione audiovisiva e specializzandosi a Roma, con un Master in Comunicazione multimediale, in Project Manager.
Rientrata in Calabria continua a lavorare nel campo audiovisivo realizzando nel 2008, per la Casa Cinematografica Falco Produzioni, un backstage del film per il cinema "Vorrei Vederti ballare" (con attori dal calibro nazionale come Giuliana De Sio, Gianmarco Tognazzi, etc..) scelto e selezionato tra i video finalisti dell'importante festival nazionale di backstage (Cesena Film Festival).
Sempre nel 2008 lavora come regista nella web Tv Idea dove produrrà per due anni servizi televisivi, trasmissioni e anche due Servizi Speciali di cronaca che sono stati scelti e mandati in onda dal canale Current Tv.
La pratica pittorica non viene mai messa da parte e rappresenta un momento di relax che offre pause d'evasione e di ricerca.
Il teatro la porta a calcare il palcoscenico del Quirino di Roma per ben due volte ma questo non la limita alla sola produzione teatrale infatti ama e mantiene l'interesse verso tutta le forme artistiche che cerca di declinare nel tempo e proprio per questo pensa e crea il festival artistico NonfermArti attualmente attivo con tre edizioni e un grande successo raccontato dalla cronaca locale.
Una mente vulcanica in continua produzione artistica "perché d'altronde fermarsi?"
Geometrie
sinuose, la pittura musicale di Francesca Manna
Si sente scelta da una suggestione Francesca Manna. Guidata da un movimento che si agita tra il conscio e l’inconscio e conduce la sua pennellata verso luoghi nascosti della memoria, a esplorare un passato latente e poi un presente che non si offre all’immediatezza dello sguardo, ma chiede, invece, di essere interrogato. La sua è una pittura musicale, una pittura alla maniera di quel jazz che improvvisa a partire da un tema e un istinto fisso, e poi si perde nella sostanza del colore e nella forza delle forme.
In un paesaggio di astrazione, violenta e coloratissima, emergono elementi figurativi riconoscibili e ricorrenti: gli occhi, sempre luminosi e attenti, gli alberi, infinitamente ramificati e tesi verso un illeggibile altrove, il profilo umano, replicato in tratti sinuosi o geometrici, a volte docile, a volte tagliente.
Le sedici tele che compongono la mostra omaggiano la potenza del colore, usato più spesso puro e maneggiato sfruttando la sua consistenza materica. Le linee morbide, aggrovigliate, continuamente ripiegate su loro stesse si giustappongono a strutture più spigolose, utili a rompere un ordine caotico, ipnotizzante, coattivamente ripetuto.
Motivi decorativi costruiscono così mondi abitati dalla ricorsività, in cui la luce si oppone al buio, la chiarezza all’oscurità, il bene al male. Forze contrastanti si battono e cercano un equilibrio, continuamente rinegoziabile, in un’operazione creativa che invita chi osserva a porsi in maniera attiva e re-attiva, a individuare nella fitta trama di forme e colori una chiave di lettura personalissima e vivace.
Ci chiamano perciò a porre delle domande i dipinti di Francesca Manna, ci spingono a cercare una relazione con essi basata su un atteggiamento che varia a seconda della prospettiva in cui ci si pone, dello stato d’animo che accompagna la fruizione. Mai suggeriscono risposte, piuttosto parlano a una parte di noi che, forse, non conosciamo, ma sentiamo e sappiamo di avere.
(Mariafrancesca Infusino)
Si sente scelta da una suggestione Francesca Manna. Guidata da un movimento che si agita tra il conscio e l’inconscio e conduce la sua pennellata verso luoghi nascosti della memoria, a esplorare un passato latente e poi un presente che non si offre all’immediatezza dello sguardo, ma chiede, invece, di essere interrogato. La sua è una pittura musicale, una pittura alla maniera di quel jazz che improvvisa a partire da un tema e un istinto fisso, e poi si perde nella sostanza del colore e nella forza delle forme.
In un paesaggio di astrazione, violenta e coloratissima, emergono elementi figurativi riconoscibili e ricorrenti: gli occhi, sempre luminosi e attenti, gli alberi, infinitamente ramificati e tesi verso un illeggibile altrove, il profilo umano, replicato in tratti sinuosi o geometrici, a volte docile, a volte tagliente.
Le sedici tele che compongono la mostra omaggiano la potenza del colore, usato più spesso puro e maneggiato sfruttando la sua consistenza materica. Le linee morbide, aggrovigliate, continuamente ripiegate su loro stesse si giustappongono a strutture più spigolose, utili a rompere un ordine caotico, ipnotizzante, coattivamente ripetuto.
Motivi decorativi costruiscono così mondi abitati dalla ricorsività, in cui la luce si oppone al buio, la chiarezza all’oscurità, il bene al male. Forze contrastanti si battono e cercano un equilibrio, continuamente rinegoziabile, in un’operazione creativa che invita chi osserva a porsi in maniera attiva e re-attiva, a individuare nella fitta trama di forme e colori una chiave di lettura personalissima e vivace.
Ci chiamano perciò a porre delle domande i dipinti di Francesca Manna, ci spingono a cercare una relazione con essi basata su un atteggiamento che varia a seconda della prospettiva in cui ci si pone, dello stato d’animo che accompagna la fruizione. Mai suggeriscono risposte, piuttosto parlano a una parte di noi che, forse, non conosciamo, ma sentiamo e sappiamo di avere.
(Mariafrancesca Infusino)